Il lockdown fa crescere i lettori

Il Centro per il Libro e la Lettura (Cepell) e l’Associazione Italiana Editori (AIE) hanno pubblicato i risultati di un’indagine sui consumi culturali nell’anno del Covid-19. Buone notizie: il 61 per cento degli italiani (15-74 anni) dichiara di aver letto almeno un libro (in formato cartaceo, digitale o audio). Il dato fa riferimento al mese di ottobre 2020; nel 2018 la quota dei lettori sulla popolazione era del 55 per cento, nel 2019 del 58 per cento.

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La prima ondata non ha ucciso l’editoria

Alla fine di maggio, l’AIE (Associazione Italiana Editori) ha pubblicato un report drammatico sul mercato del libro alle prese con la prima ondata di Covid-19. Si parlava – ed era comprensibile – di crisi epocale, di librerie a rischio sopravvivenza, di fatturati a picco. All’epoca, con una punta di ottimismo, scrissi che «il coronavirus non ucciderà l’editoria: il settore si riprenderà e alla lunga il numero dei lettori potrebbe anche crescere rispetto agli anni passati». Cinque mesi più tardi, un nuovo report dell’AIE – presentato in occasione della Buchmesse di Francoforte – sembra confermare la previsione: il virus non ha ucciso l’editoria, grazie al cielo, e sembrano esserci buone prospettive per il futuro. Al netto di altri lockdown.

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Nella giungla dei virus

Nel 2014 la casa editrice Adelphi ha pubblicato un saggio (608 pagine, 29 euro: roba da intenditori) sul “salto di specie” dei virus dagli animali all’uomo. Il libro – uscito due anni prima negli Stati Uniti – è rimasto a lungo nascosto fra gli scaffali della saggistica.

Sei anni più tardi, ripubblicato in economica e in formato eBook, Spillover di David Quammen è un bestseller: nelle settimane del lockdown è salito sul podio dei libri più venduti in assoluto, neanche fosse l’ultimo romanzo di Elena Ferrante.

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Il virus non ucciderà l’editoria

Le librerie chiuse per settimane, la pubblicazione dei titoli rimandata a tempi migliori, lo stop ai festival. Ci si è messo perfino Amazon: nei giorni peggiori della crisi sanitaria, si è concentrato sulla consegna dei generi di prima necessità lasciando passare fino a quindici giorni tra l’acquisto e la consegna di un romanzo. Se aggiungiamo al quadro la nuova legge sul libro entrata in vigore prima del lockdown – una misura che ha abbattuto lo sconto massimo sui volumi dal 15 al 5 per cento, giusto per incentivare gli acquisti… – la tempesta è servita.

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