La prima ondata non ha ucciso l’editoria

Alla fine di maggio, l’AIE (Associazione Italiana Editori) ha pubblicato un report drammatico sul mercato del libro alle prese con la prima ondata di Covid-19. Si parlava – ed era comprensibile – di crisi epocale, di librerie a rischio sopravvivenza, di fatturati a picco. All’epoca, con una punta di ottimismo, scrissi che «il coronavirus non ucciderà l’editoria: il settore si riprenderà e alla lunga il numero dei lettori potrebbe anche crescere rispetto agli anni passati». Cinque mesi più tardi, un nuovo report dell’AIE – presentato in occasione della Buchmesse di Francoforte – sembra confermare la previsione: il virus non ha ucciso l’editoria, grazie al cielo, e sembrano esserci buone prospettive per il futuro. Al netto di altri lockdown.

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