Chissà se è riuscito a vedere l’ultima finale del Roland Garros, l’ennesimo trionfo di Rafael Nadal, prima di chiudere gli occhi per sempre. Gianni Clerici è morto dopo una lunghissima vita prestata al tennis e alla scrittura: con la racchetta in mano non ha avuto molto successo, si definiva il più grande perdente della storia, ma quando si trattava di scrivere (o parlare) di racchette era davvero il maestro. Raccontava il tennis come Federer giocava a tennis.
Ho letto molti dei suoi libri, ma il mio ricordo di Clerici resterà sempre legato ai caldissimi pomeriggi estivi che trascorrevo davanti al televisore tra giugno e luglio: dall’altra parte dello schermo, lui e Rino Tommasi commentavano le partite di Wimbledon per Tele+. Lo facevano con una grazia, un’ironia, una cultura e una rilassatezza impensabili per la televisione di oggi. Grazie per quei pomeriggi, Gianni.