Gli US Open sono in programma a New York dal 30 agosto al 12 settembre; le qualificazioni per accedere al tabellone principale sono iniziate giorni fa. Ecco una breve guida per orientarsi nell’ultimo Slam stagionale, quello che potrebbe segnare la grande impresa di Novak Djokovic o spezzare definitivamente l’aura di imbattibilità del serbo.
Dove vedere le partite
In Italia il torneo verrà trasmesso da Eurosport, presente su Sky con due canali che riprenderanno i match più importanti. Per vedere tutte le partite – soprattutto nei primi turni – è necessario però abbonarsi a Eurosport Player/Discovery+ (7,99 euro al mese).
Una parvenza di normalità
Nel 2021 Wimbledon è stato il primo Slam ad accogliere migliaia di spettatori sugli spalti, un crescendo culminato con il tutto esaurito per le fasi finali del torneo; il Covid-19 ha portato però alla cancellazione della storica coda per acquistare i biglietti, sugli spalti erano ammessi solo i residenti del Regno Unito e i giocatori hanno dovuto rispettare normative molto rigide.
Gli US Open si spingono oltre. A Flushing Meadows non ci saranno limitazioni per il pubblico, gli spalti saranno pieni. All’aperto – e l’aperto comprende i campi da gioco – non volevano chiedere neanche il pass vaccinale o un tampone negativo, poi hanno fatto dietrofront quando le autorità sanitarie newyorchesi hanno stretto le maglie: servirà prova della vaccinazione, di fatto il nostro Green pass.
Quelli che non ci sono, quello che tenterà l’impresa
Mi si nota di più se ci vado o se non ci vado? Agli US Open fanno notizia gli assenti. Il torneo dovrà fare a meno degli infortunati Roger Federer e Rafael Nadal: per entrambi la stagione è finita (e chissà se rivedremo Federer nel 2022). Mancherà anche il detentore del titolo, Dominic Thiem: l’austriaco – entrato in un vortice negativo dopo aver conquistato il suo primo Slam a New York nel 2021 – ha problemi a un polso e non tornerà in campo prima degli Australian Open.
Non mancherà il numero uno del mondo, Novak Djokovic. Sulla carta il serbo è favorito: non ci sono i rivali di sempre e ha l’occasione di conquistare il Grande Slam, dopo aver vinto nell’anno solare Australian Open, Roland Garros e Wimbledon. L’ultimo a farlo è stato Rod Laver, correva l’anno 1969. Fino a qualche settimana fa Djokovic pareva imbattibile, poi sono arrivate le Olimpiadi di Tokyo.
In Giappone Djokovic poteva aggiungere la medaglia d’oro ai quattro Slam, ma è stato battuto da Alexander Zverev in semifinale (una partita che pareva già vinta) e da Pablo Carreño Busta nella finale per la medaglia di bronzo. È tornato a casa a mani vuote, lamentando una serie di malanni, e si è ritirato dal Master 1000 di Cincinnati. Come arriverà a New York? Riuscirà a sostenere la pressione mediatica a un passo dal Grande Slam? Resta il favorito, ma le ultime settimane hanno un po’ scalfito la sua aura di invulnerabilità.
Gli avvoltoi
Il termine non è carino, ma rende bene l’idea. Senza Federer, Nadal e Thiem, tanti contano di tirare una zampata a Djokovic e di alzare il trofeo al posto suo: si sgretolerebbe così il sogno del Grande Slam, e chissà fra quanti anni un altro tennista si presenterà a New York dopo aver vinto a Melbourne, Parigi e Londra.
Quelli che potrebbero fare lo sgambetto a Djokovic sono i soliti noti: Alexander Zverev, fresco vincitore a Tokyo e Cincinnati (salvo contraccolpi psicologici legati alla pubblicazione di un reportage di Ben Rothenberg: l’ex fidanzata, intervistata dal giornalista, accusa Sasha di violenze) ; Daniil Medvedev, numero due al mondo e mostruoso sul cemento. Qualcuno potrebbe aggiungere Stefanos Tsitsipas, anche solo per questioni di classifica, ma oggi come oggi gli altri sembrano un passo avanti.
E poi c’è Matteo Berrettini, uno che quest’anno ha già incontrato Djokovic al Roland Garros e in finale a Wimbledon: due partite pesanti gli hanno consentito di prendere le misure. I campi di Flushing Meadows sono l’ideale per il suo tennis servizio-dritto, l’esordio sarà contro Jérémy Chardy.
E gli altri italiani?
Gli italiani sono tutti nella parte alta del tabellone (quello di Djokovic). Al via abbiamo Salvatore Caruso contro Kei Nishikori, Gianluca Mager contro Jordan Thompson, Andreas Seppi contro Márton Fucsovics, Lorenzo Sonego contro un qualificato, Fabio Fognini contro Vasek Pospisil, Stefano Travaglia contro Corentin Moutet, Marco Cecchinato contro Zachary Svajda, Jannik Sinner contro Max Purcell, Lorenzo Musetti contro Emilio Nava.
Oltre a Berrettini, da cui ci si aspetta molto, Sinner ha buone possibilità di arrivare al terzo turno, e anche di vincerlo. Più ostico il percorso di Sonego, che al terzo turno troverebbe Hurkacz. Su Fognini è difficile fare previsioni, molto dipende da come si sveglia la mattina, ma sembra improbabile l’approdo alla seconda settimana. Quanto a Musetti, dopo un primo turno abbordabile avrebbe Sandgren al secondo: sarà dura, anche perché arriva da un periodo negativo, ma chissà che l’aria dello Slam non lo galvanizzi come è accaduto a Parigi.
Due parole sulle donne
Due parole sull’emisfero femminile del torneo. Qui bisogna segnalare il ritiro per infortunio di Serena Williams. Come ha fatto notare Ben Rothenberg, gli US Open del 2021 saranno il primo Slam senza Serena, Rafa o Roger nel tabellone principale dal 1997: è la fine di un’era. Mancherà anche Sofia Kenin, risultata positiva al Covid-19 (era vaccinata e ha sintomi lievi).
L’attesa è tutta per la detentrice del titolo Naomi Osaka, che torna a New York dopo mesi difficili segnati da problemi di depressione (ne abbiamo parlato a proposito della serie Netflix a lei dedicata). Naomi si è ritirata dal Roland Garros, non ha giocato a Wimbledon, dalle Olimpiadi di Tokyo è uscita con le ossa rotte. In che condizione si presenterà a Flushing Meadows è un enigma.
Più soldi, ma non per tutti
Il montepremi degli US Open 2021 è da record: 57,5 milioni di dollari, più dell’edizione 2019 (nel 2020 i premi vennero abbassati a causa della pandemia). Al pari di Wimbledon, anche lo Slam americano ha deciso però di distribuire più equamente la ricchezza: il vincitore prenderà mezzo in milione in meno (da 3 a 2,5 milioni di dollari), il finalista 50mila dollari in meno (da 1,5 a 1,25 milioni di dollari), tutti gli altri incasseranno qualcosa in più.
Round-by-round individual prize money
US Open
Winner: $2,500,000
Runner-Up: $1,250,000
Semifinalist: $675,000
Quarterfinalist: $425,000
Round of 16: $265,000
Round of 32: $180,000
Round of 64: $115,000
Round of 128: $75,000
Le partite da tenere d’occhio
Musetti-Nava – È una replica della fine degli Australian Open junior del 2019, vinta da Musetti. Nel frattempo Lorenzo ha fatto molta strada in più del collega americano che occupa la posizione 382 della classifica mondiale.
Bautista Agut-Kyrgios – Quando Nick scende in campo c’è sempre da divertirsi e l’avversario è tosto. Sarà partita vera, sempre che l’australiano si sia ripreso dal problema al ginocchio che lo ha costretto al ritiro al torneo di Winston-Salem.
Norrie-Alcaraz – Per il livello dei giocatori in campo, è tutto fuorché un primo turno Slam. E il risultato è molto incerto.
Murray-Tsitsipas – Qualche tempo fa sarebbe stata una partitona da seconda settimana del torneo, ma il Murray martoriato dagli infortuni è solo il pallido ricordo del Murray che vinceva Slam. Morale: incontra Tsitsipas all’esordio. Comunque da non perdere, perché ogni partita dello scozzese – come per Federer e Nadal – potrebbe essere l’ultima.
Isner-Nakashima – Non sarà una partita divertente, a meno che non vi diverta il tennis di Isner, ma rappresenta un po’ il passaggio di consegne tra la vecchia e la nuova generazione del tennis americano.
Medvedev-Gasquet – Per capire come sta Medvedev nell’ottica “possibile vincitore del torneo” e per gustare i rovesci del francese (anche con lui siamo ai titoli di coda: godiamoceli prima del ritiro).