Tra il 22 e il 24 giugno 2010, John Isner e Nicolas Mahut giocano a Wimbledon la partita più lunga della storia. Intanto la rivista Rolling Stone pubblica un articolo esplosivo sul generale McChrystal, in Sudafrica la nazionale italiana viene eliminata dai campionati mondiali di calcio, in Canada Julia Gillard diventa la prima donna alla guida del Paese.
Succede tutto in tre giorni, quei tre giorni che lo scrittore Sandro Veronesi ha provato a raccontare nel podcast Gravity, prodotto da Chora Media. Al centro del progetto c’è il racconto dell’incredibile Isner-Mahut, una partita di scarso interesse relegata sul campo 18 di Wimbledon che con il passare dei giorni si trasforma nell’evento clou dell’estate.
Il podcast è scritto e letto molto bene. Veronesi racconta la partita dall’inizio alla fine – la sospensione, la ripresa il giorno successivo, i record infranti, la seconda sospensione, la conclusione del 24 giugno – e tra un colpo e l’altro ci parla di tutto il resto. Ricorda il siluramento del generale McChrystal, richiamato a Washington dal presidente Obama infuriato dalla lettura di un articolo molto sconveniente, ricorda l’elezione della premier Gillard in Canada e la brutta fine degli Azzurri in Sudafrica.
La forza di Gravity sta nella pluralità delle voci. Il giornalista Stefano Meloccaro e l’imprenditore Giuseppe Lavazza ricordano l’atmosfera di quei giorni all’All England Club, il dirigente Giorgio Di Palermo racconta cosa è successo dietro le quinte, mentre lo scrittore Edoardo Nesi fa un ritratto del San Lorenzo, lo storico ristorante italiano che ha rifornito Isner di piatti da asporto.
Gravity sarebbe stato ancora più bello se si fosse occupato solo di Isner-Mahut, magari con qualche riferimento alla nazionale italiana eliminata dai Mondiali: in questo caso il legame c’è tutto, perché Gianluigi Buffon (infortunato) trascorse giornate intere in albergo a seguire la partita di tennis più lunga della storia. Quanto al siluramento del generale McChrystal e all’elezione della Gillard, sono eventi importanti… ma chi li ricorda davvero? Ne avrei fatto a meno, dando più spazio ai racconti di Meloccaro, Nesi e Di Palermo.
Ottimo podcast, comunque. Quando un grande scrittore ama e racconta il tennis, c’è solo da mettersi le cuffie e premere play.