Nella primavera del 2016, l’Atp lanciò una campagna mediatica colossale incentrata sulla #NextGen, la nuova generazione di tennisti che avrebbe preso il posto della santissima trinità Feder-Nadal-Djokovic. L’obiettivo era lanciare i ragazzi più promettenti per costruire dei personaggi, oltre che dei tennisti, capaci di attirare tifosi, simpatie e antipatie. I protagonisti di quella campagna oggi hanno tra i 23 e i 26 anni: qualcuno ha fatto strada, altri meno, altri stanno effettivamente ponendo le basi per un ricambio generazionale. È il momento di tirare le somme, e i numeri non mentono: tra i #NextGen che hanno mantenuto le promesse, il più forte è Alexander Zverev.
I protagonisti della #NextGen individuati dall’Atp nel 2016 erano Hyeon Chung, Borna Coric, Jared Donaldson, Kyle Edmund, Taylor Fritz, Quentin Halys, Karen Khachanov, Thanasi Kokkinakis, Nick Kyrgios, Yoshihito Nishioka, Andrey Rublev, Frances Tiafoe, Elias Ymer e Alexander Zverev. Mancavano all’appello grandi nomi – Daniil Medvedev, Matteo Berrettini, Stefanos Tsitsipas – che sono esplosi in seguito.
I migliori esponenti dell’originaria #NextGen sono Zverev e Rublev, ma per fare un paragone tra giocatori della stessa generazione con il senno di poi dobbiamo aggiungere Medvedev e Tsitsipas. Se consideriamo il numero e l’importanza dei tornei vinti, c’è poco da discutere: il più forte è Zverev, seguito da Medvedev. Il tedesco, rispetto al russo, ha vinto un maggior numero di tornei, più prestigiosi, ed è più giovane di un anno.
ZVEREV | MEDVEDEV | TSITSIPAS | RUBLEV | |
ATP Finals | 1500 (1) | 1500 (1) | 1500 (1) | 0 |
1000 | 4000 (4) | 3000 (3) | 1000 (1) | 0 |
500 | 1500 (3) | 500 (1) | 0 | 2000 (4) |
250 | 1750 (7) | 1250 (5) | 1000 (4) | 1000 (4) |
TOT | 8750 (15) | 6250 (10) | 3500 (6) | 3000 (8) |
E le altre promesse del 2016? Chung ha avuto una carriera costellata di infortuni, non ha mai vinto un torneo e attualmente è intorno alla posizione 180 del ranking. Coric non se la passa male, è in top 30 e ha vinto due tornei (tra cui Halle 2018). Donaldson ha fatto perdere le sue tracce, non gioca dal 2019 e non è mai andato oltre la posizione 48 del ranking. Edmund ha due coppe in bacheca, è un onesto giocatore da media classifica, certo non diventerà l’erede britannico di Andy Murray; stesso discorso per l’americano Fritz, un torneo vinto e prestazioni non esaltanti.
Il francese Halys è stato un abbaglio: è fuori dalla top 200 e non è mai andato oltre la posizione 102, zero coppe in bacheca; delusione anche per lo svedese Ymer. Poi abbiamo Khachanov che è stato in top ten e ha vinto quattro tornei, fra cui il master 1000 di Parigi Bercy, oggi è stabile in top 30. Kokkinakis ha deluso le aspettative, non è mai entrato in top 50. Nishioka è un tennista di media fascia. Tiafoe si è ritagliato uno spazio, anche come personaggio, è stato in top 30 e ha vinto un torneo; certo non farà la storia del tennis americano.
E infine c’è Kyrgios. Nick è il tennista più grande fra quelli che hanno vinto di meno. Avesse un’altra testa sarebbe lì a giocarsi ogni torneo con Zverev. Ma con un’altra testa, forse avrebbe molti meno tifosi e spettatori paganti.